International Vegetarian Union
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Sezione 3: "Carne" e "pesce"


3.1: Il sangue degli innocenti...


3.2: Questi polli sono stati appena sgozzati e, ancora
semi coscienti, finiranno in una vasca di acqua
bollente per essere spennati.


3.3: Un essere senziente trasformato
dall'ingordigia umana in un pezzo di carne senza vita.


3.4: Lontano dagli allevamenti e dai macelli la gioia di
vivere appare sul volto degli animali.

Vivere vegan vuol dire rifiutare tutto quello che deriva dallo sfruttamento e dalla sofferenza degli animali. Questo include, oltre a carne e pesce, anche latte, uova, pelle, lana... Oltretutto la quasi totalità dei prodotti animali (carne, latte, uova...) in vendita proviene da allevamenti intensivi, dove gli animali sono rinchiusi senza nessun rispetto per le loro esigenze fisiologiche ed etologiche, con il solo scopo di raggiungere la massima produttività nel minor tempo possibile. Fino al momento dell'uccisione, in quelle macabre "catene di smontaggio" che sono i macelli. La morte degli animali è preceduta dal trasporto lungo ed estenuante fino al mattatoio: stipati nei camion, senza potersi muovere, bere o mangiare, arrivano a destinazione in gravissime condizioni di stress, spesso così debilitati da non riuscire nemmeno ad alzarsi.


3.5: Ancora una catena di smontaggio,
questa volta per i polli.


3.6: Perchè quel sangue lascia indifferente
la mano che lo fa scorrere?

Gli alimenti di origine animale costano vere e proprie ecatombe. Non penso che una persona sensibile ai problemi della sofferenza negli animali di laboratorio possa rimanere insensibile al trattamento crudele cui sono sottoposti gli animali di allevamento. Anche la pratica della macellazione risveglia un senso di ripugnanza.


3.7: Questo maiale non può permettersi
il minimo movimento, per mesi deve vivere così


3.8: Un tenero maialino che dorme sereno,
lontano dagli allevamenti intensivi.


3.9: "Scarti" di un allevamento: un mucchio di
cadaveri di oche in decomposizione.


3.10: Purtroppo i pesci non possono farci
sentire le loro grida di dolore.

No al pesce

I pesci hanno un sistema nervoso complesso e come gli altri animali provano piacere e dolore. La loro morte, sia che vengano pescati in mare o provengano dagli allevamenti, avviene per soffocamento: una sofferenza lunga e atroce che non viene tenuta in nessuna considerazione.

Anche se i pesci non possono gridare il loro dolore come fanno molti mammiferi terrestri, questo non toglie che essi soffrano e siano animali coscienti. Questo è quanto concludeva nel settembre del 1996 il "Rapporto sul benessere dei pesci d'allevamento a cura del Consiglio per il benessere degli animali d'allevamento" su consultazione del Ministero dell'Agricoltura inglese:

"L'evidenza scientifica (...) mostra chiaramente che il termine 'stress' è sicuramente rilevante per quanto riguarda i pesci e che le modalità secondo le quali lo stress si manifesta in essi sono estremamente simili a quelle dei mammiferi.
Che il temine 'dolore' possa essere fondatamente utilizzato riferendosi ai pesci è dimostrato da studi anatomici, fisiologici e comportamentali, i cui risultati sono molto simili a quelli degli studi compiuti su uccelli e mammiferi. Il fatto che i pesci siano animali a sangue freddo non significa che essi non possiedano un sistema nervoso che permette di provare dolore e che questo sistema sia effettivamente preposto a preservare la vita e massimizzare l'idoneità biologica degli individui.
Le cellule recettrici, i neuroni e le sostanze specializzate nella trasmissione presenti nel sistema nervoso dei pesci sono estremamente simili a quelli presenti nei mammiferi."


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Queste pagine sono state create nel novembre 2001 da Marina Berati